Margaret, Black Elizabeth, Isobell: sono solo alcuni dei nomi delle donne che compaiono nei documenti d’archivio: guaritrici popolari, ostetriche e altre che, pur rimanendo quasi sconosciute, hanno contribuito a tramandare i loro antichi usi. Il presente saggio vuole fornire lo sguardo su una Scozia magica, svelando aspetti reali, ma poco noti, legati al fenomeno della stregoneria: l’uso dei distillati e birra, i cibi proibiti. Questo è quanto emerge dagli atti, dove i racconti di testimoni e accusatrici, aiutano a elaborare un identikit delle streghe, dal medioevo fino alla terribile Witch Craze, la “folle persecuzione”, cercando i veri motivi nascosti dietro alle accuse formulate.
Monia Montechiarini, giurista, europrogettista e scrittrice. Esperta di diritto, da vent’anni si occupa di ricerche documentali per ricostruire i processi contro le streghe. Si impegna per ridare voce al passato, collaborando con enti in tutta Europa nella stesura di progetti comunitari per il recupero e la divulgazione della memoria storica fino al Novecento.
Oltre a organizzare convegni e giornate formative ufficiali, anche col patrocinio del MIBACT, partecipa come relatrice a importanti rassegne come il “Festival del Medioevo” ed è autrice di articoli sulla living history in riviste specialistiche. Per le Edizioni Penne e Papiri: Stregoneria: crimine femminile. Il caso di Donna Prudentia, la Lamia di Blera, e altre streghe, Tuscania 2018.