La scienza medica, che nel medioevo inizia a rivestire il crisma di ufficialità, vede nelle erbe utilizzate dalle cosiddette streghe una certa forma di concorrenza. Queste povere donne vengono così criminalizzate e demonizzate, quando non banalizzate e trasformate in befane e fattucchiere, armate di scope e pentoloni. Nel tentativo di riabilitazione di queste figure popolari, eredi di saperi antichi, emerge lo studio delle erbe, patrimonio dell’universo femminile.
Nel suo testo l’autrice traccia la storia di una plurisecolare riaffermazione delle abilità delle donne in questo campo. Contemporaneamente fornisce una ricca antologia ragionata di piante, erbe, radici attraverso la cui abile manipolazione la donna si trasforma in strega, nel senso più nobile del termine: curatrice e incantatrice al contempo.
Rosella Omicciolo Valentini ha collaborato per anni con “Cronache Medievali”, periodico di studi medievali, con due rubriche fisse: “In taberna” (cucina medievale) e “Il giardino dei semplici” (erboristeria medievale). Da tempo fa parte della L.A.R.T.I. (Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani).Collabora con il sito del Festival del Medioevo di Gubbio con articoli di cucina ed erboristeria medievale. Per le Edizioni Penne & Papiri ha pubblicato: “Mangiare medievale”, “Mangiare nelle taverne medievali“, “Alla tavola del nobile medievale“.
Articoli dell’autrice, sullo stesso argomento, pubblicati sul sito del Festival del Medioevo di Gubbio:
– “Parmigiano sui maccheroni”
– “Frigger frittelle”
– “Biancomangiare, piatto cosmopolita del tempo”
– “Guillaume Tirel, in arte Taillevent”
– “Le buone anguille della cucina medievale”
– “Marzapane, magia d’Arabia”
– “Sedano, afrodisiaco naturale”
– “Mirabili dolci d’Oltremare”